
sabato 30 maggio 2009
venerdì 29 maggio 2009
giovedì 28 maggio 2009
Los Guloyas di San Pedro de Macoris
San Pedro de Macoris e' una citta' situata nella parte est della Repubblica Dominicana.
Fondata all'inizio del sec. XIX da immigrati tedeschi, arabi, spagnoli, francesi e italiani insieme agli abitanti della zona, la città è diventata capoluogo di provincia il 23 giugno 1882. Quando alcuni decenni or sono lo zucchero veniva venduto all'incredibile prezzo di 22 centesimi di dollaro alla libbra (una libbra = 0,454 kg) sul mercato specialistico statunitense, Pedro de Macoris, chiamata in quel periodo la "Sultana dell'Est" per il benessere acquisito, divenne una città molto ricca. La "danza dei milioni", come venne ribattezzato il boom economico di quel periodo, trasformò San Pedro de Macoris in una prospera e grande città, piena di palazzi lussuosi e residenze signorili, a riprova della raffinatezza culturale acquisita dai primi immigrati e dai locali che fondarono la città. Le due comunità diedero vita insieme a una bellissima città, in cui lo stile neoclassico e quello vittoria no si fondano con l'architettura autoctona popolare, grazie alla maestria di operai qualificati che giunsero dalle vicine isole britanniche, richiamati dalla ricchezza generata dall'industria dello zucchero. Questi umili operai provenienti dalle isole Sopravvento e Sottovento, chiamati cocolos, non portarono sull'isola esclusivamente stili architettonici peculiari, che sono facilmente riconoscibili visitando la città; la Bibbia era, infatti, la loro costante e spesso unica, compagna di viaggio, insieme agli strumenti primitivi con cui riproducevano i seducenti suoni del Cainanés. Sono sempre stati i cocolos a introdurre la danza momees, conosciuta dai locali come guloyas, definizione conferita per estensione anche ai ballerini. Il ballo deriva dalla rappresentazione teatrale inglese "Mummers", con alcune modifiche e tre diversi temi musicali: la danza selvaggia per le strade; la danza del Padre Inverno, che rappresenta la battaglia di San Giorgio contro il Drago e la danza del Codril, eseguita da otto ballerini che disposti su due file ballano sottobraccio. Come i loro antenati provenienti dall'Africa che veneravano le loro divinità con cerimonie celebrate al crepuscolo, i guloya, dopo un giorno di duro lavoro, si abbandonano con passione agli impulsi della propria danza sensuale ed erotica. Durante le feste patronali e carnevalesche, i guloya sfilano con i loro costumi ornati da perle di ogni genere; ascoltando il rullare dei rustici tamburi la gente perde la compostezza e si unisce ai ballerini sfilando insieme a loro e muovendo i piedi e il corpo al ritmo travolgente delle percussioni. Al passaggio della folla, tutti gli abitanti del luogo si riversano nelle strade per partecipare allo spettacolo, gettando un fiume di monete e passandosi bottiglie di liquore, finché non ne rimane nemmeno una goccia: è in questo modo che i guloya e gli abitanti di Macoris celebrano le ricorrenze e le feste patronali.Los Guloyas sono stati recentemente nominati come patrimonio mondiale da parte dell'UNESCO. Per chi vuole ricevere il più caloroso dei benvenuti dagli abitanti di San Pedro Macoris non ci si deve perdere la festa dei Ss. Pietro e Paolo che si celebra il 29 giugno.

Fondata all'inizio del sec. XIX da immigrati tedeschi, arabi, spagnoli, francesi e italiani insieme agli abitanti della zona, la città è diventata capoluogo di provincia il 23 giugno 1882. Quando alcuni decenni or sono lo zucchero veniva venduto all'incredibile prezzo di 22 centesimi di dollaro alla libbra (una libbra = 0,454 kg) sul mercato specialistico statunitense, Pedro de Macoris, chiamata in quel periodo la "Sultana dell'Est" per il benessere acquisito, divenne una città molto ricca. La "danza dei milioni", come venne ribattezzato il boom economico di quel periodo, trasformò San Pedro de Macoris in una prospera e grande città, piena di palazzi lussuosi e residenze signorili, a riprova della raffinatezza culturale acquisita dai primi immigrati e dai locali che fondarono la città. Le due comunità diedero vita insieme a una bellissima città, in cui lo stile neoclassico e quello vittoria no si fondano con l'architettura autoctona popolare, grazie alla maestria di operai qualificati che giunsero dalle vicine isole britanniche, richiamati dalla ricchezza generata dall'industria dello zucchero. Questi umili operai provenienti dalle isole Sopravvento e Sottovento, chiamati cocolos, non portarono sull'isola esclusivamente stili architettonici peculiari, che sono facilmente riconoscibili visitando la città; la Bibbia era, infatti, la loro costante e spesso unica, compagna di viaggio, insieme agli strumenti primitivi con cui riproducevano i seducenti suoni del Cainanés. Sono sempre stati i cocolos a introdurre la danza momees, conosciuta dai locali come guloyas, definizione conferita per estensione anche ai ballerini. Il ballo deriva dalla rappresentazione teatrale inglese "Mummers", con alcune modifiche e tre diversi temi musicali: la danza selvaggia per le strade; la danza del Padre Inverno, che rappresenta la battaglia di San Giorgio contro il Drago e la danza del Codril, eseguita da otto ballerini che disposti su due file ballano sottobraccio. Come i loro antenati provenienti dall'Africa che veneravano le loro divinità con cerimonie celebrate al crepuscolo, i guloya, dopo un giorno di duro lavoro, si abbandonano con passione agli impulsi della propria danza sensuale ed erotica. Durante le feste patronali e carnevalesche, i guloya sfilano con i loro costumi ornati da perle di ogni genere; ascoltando il rullare dei rustici tamburi la gente perde la compostezza e si unisce ai ballerini sfilando insieme a loro e muovendo i piedi e il corpo al ritmo travolgente delle percussioni. Al passaggio della folla, tutti gli abitanti del luogo si riversano nelle strade per partecipare allo spettacolo, gettando un fiume di monete e passandosi bottiglie di liquore, finché non ne rimane nemmeno una goccia: è in questo modo che i guloya e gli abitanti di Macoris celebrano le ricorrenze e le feste patronali.Los Guloyas sono stati recentemente nominati come patrimonio mondiale da parte dell'UNESCO. Per chi vuole ricevere il più caloroso dei benvenuti dagli abitanti di San Pedro Macoris non ci si deve perdere la festa dei Ss. Pietro e Paolo che si celebra il 29 giugno.

mercoledì 27 maggio 2009
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